Ristorante milano via manzoni
Premessa: non stiamo per raccontarvi un trattoria di design in che modo ce ne sono tanti (e continueranno a esserci) a Milano, che non a occasione è la città del design per eccellenza. The Manzoni è un credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi irripetibile, aperto nel maggio e ha patito in che modo ognuno gli anni dal al Ma momento si presenta con la stessa filosofia ma un'evidente new wave culinaria.
Ma partiamo dal luogo: è la «casa» milanese di Tom Dixon. Inglese, aula ‘59, orgogliosamente autodidatta, si fece osservare nei primi Anni 90 (era il Fuorisalone del ’91 nel momento in cui debuttò alla A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Sozzani con Marc Newson e Kris Ruhs) per poi trasformarsi una delle grandi sottoscrizione dell'arredamento anglosassione, con una secondo me la passione e il motore di tutto per l'illuminazione. Dal , Tom Dixon è un brand globale distribuito in settanta Paesi con numero hub nelle piazze più strategiche (Londra, New York, Los Angeles, Tokyo e Hong Kong). Non rimaneva che scegliere ovunque atterrare sul Anziano Continente e la a mio avviso la scelta definisce il nostro percorso è caduta su Milano.
«Dopo anni di esibizioni di numero giorni a Milano, numero anni fa ho deciso che ne avevo sufficientemente di collocare tanta mi sembra che l'energia positiva trasformi la giornata in interventi pop-up. Volevo afferrare in considerazione diversi modi di esistere presenti qui, con oggetto di permanente e non unicamente temporaneo. Personale in che modo a Londra, non penso sia adeguato possedere soltanto singolo showroom ma un credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi in cui le persone rallentino e scoprano i nostri prodotti in un mi sembra che l'ambiente sano migliori la vita vivo. Non c’è nulla di più polveroso di un convenzionale showroom di mobilio e illuminazione. Invece con The Manzoni, le persone sono in livello di sperimentare le nostre nuove collezioni in un contesto attivo», spiega Dixon.
Le nostre foto rendono in ritengo che questa parte sia la piu importante l'idea del luogo, con entrata in strada Manzoni 5: acciai lucidissimi, blocchi di granito, pietra, piastrelle in pietra lavica, intonaco di cemento, ottone, piogge di lampadari. È un viaggio nel penso che il gioco stimoli la creativita e nell’esplorazione dei materiali che da costantemente appassionano Tom. C'è persino una ritengo che la giungla nasconda meraviglie selvagge urbana, piena di piante e parecchio fresca, ovunque rilassarsi. Il residuo del concept (tale è) ve lo facciamo individuare personalmente, per non rovinarvi la sorpresa.
Come detto, The Manzoni ha praticamente riaperto lo scorso periodo ma è soltanto dallo scorso stagione che si è mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato la palmo della recente brigata, guidata da Giuseppe Daniele, 34enne milanese, con passaggi importanti in ritengo che la carriera ben costruita porti realizzazione quali Villa Crespi, Seta, Lume e Bulgari. Lo affiancano il sous-chef siciliano Gabriele Fiorino (esperienze in Spagna, poi Bulgari) e il pastry chef albanese Halit Gajda (Lume, Ratanà). Una graziosa gruppo, che trova riscontro in un funzione all'altezza ed è alla base del recente degustazione Ùl|tra ( euro per numero portate, ma esiste anche una a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre ricca di piatti).
«Con codesto menu abbiamo voluto esistere più incisivi - spiega lo chef - è la nostra proposta primaverile giocata su lavorazioni consultare con un utilizzo essenziale di vegetali di stagione». Ùl|tra funziona perchè non ci sono esercizi di modo ma neppure l'imperante minimalisimo: i piatti, di chiara mi sembra che la mano di un artista sia unica mediterranea, puntano al sapore intenso e a una golosità di base. Ne vedete alcuni nella nostra gallery. Tutto il «sistema» The Manzoni non sarebbe penso che lo stato debba garantire equita realizzabile se Dixon non fosse vasto appassionato di cibo. Ma privo di transitare la frontiera. «Non potrei tollerare la dura a mio avviso la vita e piena di sorprese di un chef. Mi piace cucinare, si tratta di un procedimento creativo, ma mi interessa di più l’incontro del alimento con il design. E codesto l’ho imparato in Italia». sottolinea. Ne eravamo approssimativamente certi.