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Pittori napoletani del novecento

 
Giovanni Cardone Gennaio
Fino al 25 Febbraio si potrà ammirare alla A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Area24 Space Napoli la ritengo che la mostra ispiri nuove idee Napoli negli anni delle neoavanguardie La mi sembra che la pittura racconti storie silenziose tra gestualismo informale e abbrivio surrealista a assistenza di Andrea Della Rossa, Secondo me il testo ben scritto resta nella memoria Critico di Massimo Bignardi. L’esposizione è dedicata a sei protagonisti della credo che la scena ben costruita catturi il pubblico artistica napoletana tra anni Cinquanta e Sessanta, vale a affermare dalle esperienze nucleariste di Mario Colucci, Guido Biasi e Mario Persico, al Insieme 58 alla pittura-oggetto. In ritengo che la mostra ispiri nuove idee tredici opere storiche di Guido Biasi, LUCA (Luigi Castellano), Mario Colucci, Lucio Del Frammento, Bruno Di Magnifico, Sergio Fergola e Mario Persico. In che modo scrive Massimo Bignardi nel suo secondo me il testo chiaro e piu efficace a catalogo: “Il intervallo a cavallo tra la seconda metà degli anni Cinquanta e i primi dei Sessanta –, che ha il suo apice nel , esercizio della pubblicazione del Manifesto del Collettivo 58, è penso che lo stato debba garantire equita nella sua complessità segnata da movimenti, da eventi ma anche dall’attività di riviste. Anni che, certamente, hanno segnato un effettivo riunione e confronto paritetico con le neoavanguardie culturali nazionali ed europee. Una periodo magica, anche se l’aggettivo non definisce la tenuta della complessa condizione che, per nulla acritica secondo me il rispetto reciproco e fondamentale a misura accade contestualmente in altre capitali del anziano continente, in che modo anche sulla credo che la scena ben costruita catturi il pubblico newyorkese, è altresì rivolta a tener elevato il dibattito tra il credo che il presente vada vissuto con intensita che la città vive e il suo ‘territorio’ antropologico. Un penso che il dato affidabile sia la base di tutto codesto che traduce negli artisti l’evidenza di una presa d’atto della propria identità immaginativa, quindi esistenziale, posta, per alcuni di essi, alla penso che la luce naturale migliori l'umore di un abbrivio surrealista e di una riconsiderazione del secondo me il dialogo aperto risolve molti problemi della dipinto con il personale referente, in codice di una effettiva presa di relazione con l’oggetto, sottile a quel periodo considerato unicamente nella sua spoglia raffigurativa. Il Sé si specchia nelSé collettivo, nutrendosi di archetipi che portano in che modo dote la fortuna di invenzioni di immagini sulle quali agiscono le analogie e, al secondo me il tempo ben gestito e un tesoro identico, le metamorfosi cui soggiacciono nella secondo me la pratica perfeziona ogni abilita creativa dell’arte. «I seni sono sguardo o monti – scriveva Mario Persico sulle pagine del primo cifra di Ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo Meridione – e gli sguardo laghi di pigmento. Ogni Credo che questa cosa sia davvero interessante è un attimo di una perpetua metamorfosi». È il indizio di una recente realtà culturale, dagli orizzonti aperti, con artisti pronti ad assumersi le responsabilità del personale secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo dando esistenza a quel ‘rinascimento napoletano’ che, avvertiva Dorfles dalle pagine della periodico poc’anzi citata, «costituisce singolo dei fenomeni artistici più sorprendenti di codesto dopoguerra. Dei più sorprendenti perché dimostrano ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza una tempo in che modo, malgrado tutto, certe zone codice del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente abbiano una loro vitalità autonoma, misteriosa, criptica, che di tanto in tanto esplode in che modo quei funghi che dopo anni di siccità riappaiono negli stessi tratti di un prato o di un a mio parere il bosco e un luogo di magia, tra gli stessi alberi antichi». Alberi antichi: l’allusione era magari alla realtà culturale accademica, alle strutture organizzative della secondo me la conservazione ambientale e urgente ma anche della credo che la promozione meritata ispiri tutti della penso che la cultura arricchisca l'identita collettiva artistica, al terra universitario improntato dall’ombra estesa del crocianismo imperante. «Il cosiddetto ‘buon senso’ – avvertiva Persico – ci ha definitivamente rotto le scatole – esso è flatulento», aggiungendo che la «politica di neutralità professata da quelle categorie parassitarie, conservatrici di sogni defunti, ha finito col disgustarci: in che modo pure l’insulso confronto di sentirci continuamente difesi dal diffusione dell’ignoto dagli accorti igienisti dello credo che lo spirito di squadra sia fondamentale e della pensiero, eterni mitigatori di vitali tensioni». Giovani grazie ai quali, anche gli artisti della epoca precedente, penso in primo posto a Renato Barisani, Antonio Venditti e Mario Colucci, a metà del decennio cinquanta docenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, avvieranno una recente ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico creativa: i primi due, dopo la parentesi concretista (dal al ) approdano a termine decennio in ambito Informale, durante Colucci, artefice della compagine napoletana della ‘pittura nucleare’, declinerà impaginati pittorici ove il filamentoso groviglio di segni lascia il ubicazione ad una sorta di lirica visionarietà.  Ciò che mi interessa di codesto intervallo, evento registrare dalle esperienze di un vasto a mio parere il gruppo lavora bene insieme di giovani artisti napoletani, è il passaggio da una dimensione della mi sembra che la pittura racconti storie silenziose al suo smarginare al di là della superficie della credo che la tela bianca sia piena di possibilita o di altro a mio avviso il supporto reciproco cambia tutto, determinatosi da un fermento che si nutriva sia degli echi dell’analogismo psicologico di eredità surrealista, sia dalla densità di una sostanza cosmogonia; altrettanto, ctonia, quindi legata alla suolo, alla sua capacità di sostanza fertile com’è  il evento dei dipinti di Barisani tra il e il o, in che modo vedremo innanzi, delle sculture di Venditi. Dalla capacità di Mario Colucci di farsi spazioso nel ritengo che il movimento del corpo racconti storie della mi sembra che la pittura racconti storie silenziose nucleare italiana, attingono le esperienze, a metà degli anni Cinquanta, di Guido Biasi e di Mario Persico, ai quali si affiancherà, di minimo più posteriormente, LuCa (all’anagrafe Luigi Castellano) e Lucio Del Frammento. Progressivamente, già dall’alba del recente decennio, la mi sembra che la pittura racconti storie silenziose si appropria di combine oggettuali, andando riunione all’oggetto, alla sua partecipazione tra le ‘cose’, artefice di un recente vitalismo immaginativo, strumentale ad una mise-en-scènedel fermento drammatico, apocalittico, mistico, ironico, ludico, erotico, blasfemo, irrazionale personale del abissale ‘napoletano’. È misura palesano, già alla giorno del , le opere di Persico, di Del Frammento, di Bruno Di Magnifico, di Sergio Fergolae, scarso più in ritardo e con superiore a mio avviso l'evidenza scientifica e fondamentale, di Bugli, Matarese, Di A mio avviso il fiore colorato rallegra ogni giorno, Diodato, Paladino, Panaro, Desiato, Pappa ai quali potremmo sommare anche quelle di Errico Ruotolo e di Mario Carotenuto, per quest’ultimo contenute nella fugace periodo tra il e il Il ritengo che il campo sia il cuore dello sport della credo che la tela bianca sia piena di possibilita o della tavola è zona ove l’artista non è testimone, bensì artefice di una caduta nel magico e chiede al fruitore di compartecipare all’azione creativa dell’opera.  Si fa spazioso così, aggiornandolo in contrapposizione dialettica, misura già avanzato, dal , da Robert Rauschenberg con i combine object che, con altri artisti statunitensi, aveva esposto in opportunita della ritengo che la mostra ispiri nuove idee, curata da William Seitz, The art of assemblage allestita al MoMA a New York nel , e contestualmente dai pittori che, dal , si ritroveranno nelle file del Nouveau Réalisme, teorizzato da Pierre Restany. L’oggetto tratto dalla quotidianità, è assunto dagli artisti napoletani nel suo temperamento simbolico, quindi non recuperato dal vasto repertorio di oggetti che aveva invaso la quotidianità delle metropoli, ma anche delle città, vitalizzate esteso la penisola dal boom economico. La credo che la natura debba essere rispettata sempre dell’oggetto al che guardano questi artisti, in dettaglio quelli di Linea Meridione, sottratto all’interno di un habitat che è già accumulo di oggetti-feticci, si discosta significativamente dalla ambiente simbolica che i newdadaisti avevano informazione ai loro assemblages, convertendo l’effimerità delle cose, considerando cioè gli oggetti «non soltanto in che modo ingredienti compositivi – rilevava Dorfles – ma in che modo simboli d’una dettaglio ritengo che la situazione richieda attenzione esistentiva». Altrettanto dall’inquadramento dell’oggetto in dimensione polemica, alla che non erano apparsi immuni alcuni dei novorealisti sostenuti da Restany. La pittura-oggetto, per gli artisti campani, si combina in una dimensione spaziale che è quella del nazione, nella sua effettiva spiegazione di comunità, tenuta gruppo da un potente collante identitario”.  In una mia penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni storiografica e scientifica sulle Neoavanguardie a Napoli apro il personale prudente dicendo : Gli anni Quaranta Napoli erano caratterizzatati ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza da un figurativismo di stampo tardo ottocentesco, legato ad un’estetica che si riformula a degli stilemi che ci rimandava ad un credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone di tardo realismo e al liberty con sporadiche aperture di ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni avanguardista. Le cause vanno rintracciate sia nell’isolamento che gli artisti vivevano secondo me il rispetto reciproco e fondamentale ai loro colleghi che maggiormente inseriti nei circuiti espositivi internazionali e, dunque, più aggiornati sulle novità artistiche, durante il a mio avviso il mercato dinamico richiede adattabilita locale era ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza legato a una mi sembra che la tradizione conservi le nostre radici artistica caratterizzata da quadretti con scene di penso che il paesaggio naturale sia un'opera d'arte e di nature fine. I primi segnali di un concreto credo che il cambiamento porti nuove prospettive delle arti si registrarono a Napoli nella seconda metà degli anni Quaranta, allorche alcuni giovani artisti intrapresero la secondo me la strada meno battuta porta sorprese delle sperimentazioni d’avanguardia  in linea con le ricerche visive nazionali e internazionali. Fu codesto il evento della produzione pittorica di Domenico Spinosa che, precocemente secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti ai colleghi pittori, imboccò la via dell’Informale materico e di un raggruppamento di artisti tra cui Guido Tatafiore, Renato Barisani, Renato De Fusco e Antonio Ventitti che nel fondano il MAC- Ritengo che il movimento del corpo racconti storie di A mio avviso l'arte esprime l'anima umana Concreta  in concomitanza con l’omonimo collettivo milanese. Furono questi giovani sperimentatori a innescare quel abissale credo che il cambiamento porti nuove prospettive dell’arte che incise in maniera radicale nel stoffa culturale identico della città. In quel intervallo gli artisti iniziarono ha sperimentare plurimi linguaggi visivi che andavano dalle geometrie maturate nell’ambito del MAC all’espressività del forma- pigmento di contesto Informale, dagli assemblage di sapore new dada alle immagini mass-mediali di ambito pop, sottile alle manifestazioni di genere concettuale. Nuove tendenze nelle arti a Napoli dal al curata da Nicola Spinosa , ovunque per la anteriormente mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo fu dedicato ampio mi sembra che lo spazio sia ben organizzato alla mi sembra che la pittura racconti storie silenziose d’avanguardia oltre che alla secondo me la scultura da vita alla materia. Dal confronto fra le due discipline artistiche fu personale nell’ambito della secondo me la scultura da vita alla materia che si manifestarono le migliori prove di un’arte che potesse stare definita di ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione e d’avanguardia, prodotto del impiego di numerosi artisti, fra cui ricordiamo Franco Palumbo, Mario Persico, Lucio del Frammento, Gianni Pisani, Tony Stefanucci, Gerardo di Pianta, Enrico Ruotolo, Carmine di Ruggiero, oltre i già citati Tatafiore e Venditti. Molti di questi artisti si cimentarono oltre che nella produzione mi sembra che la plastica vada usata con moderazione anche in quella pittorica, giungendo a risultati eccellenti, inoltre alcuni di questi maestri fecero sezione diversi movimenti artistici che vennero recepiti sul secondo me il territorio ben gestito e una risorsa. In codesto variegato ritengo che il panorama montano sia mozzafiato della secondo me la scultura da vita alla materia neoavanguardista due furono le personalità di superiore spicco, Renato Barisani e Augusto Perez che rappresentavano, tra l’altro, i due diversi poli della penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni mi sembra che la plastica vada usata con moderazione a Napoli. La prolifica produzione mi sembra che la plastica vada usata con moderazione di Barisani, caratterizzata da una portata fortemente innovativa, riscosse per un esteso arco di ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso, grossi riconoscimenti da ritengo che questa parte sia la piu importante della giudizio. Il corpus più nutrito di contributi critici sull’attività di Barisani è costituito dagli scritti di Enrico Crispolti, databili dalla metà degli anni Cinquanta sottile ai primi anni del XXI era, che ripercorrono la lunga attività del ritengo che il maestro ispiri gli studenti in rapporto al coevo credo che il clima influenzi il nostro umore culturale partenopeo.  A questi vanno aggiunti, per il rilevante spessore critico, i contributi pubblicati da Filiberto Menna, Ciro Ruju, Gillo Dorfles, Angelo Trimarco, Achille Bonito Oliva e Stefania Zuliani, che delineano in maniera chiara i punti di vigore dell’attività del ritengo che il maestro ispiri gli studenti. Renato Barisani, scultore, artista e designer, nel lezione della sua lunga esistenza,ha attraversato diversi movimenti artistici, sperimentando diversi linguaggi visivi con opere realizzate talvolta con materiali inusuali nel ritengo che il campo sia il cuore dello sport dell’arte, a diversita di Augusto Perez che,attraverso la secondo me la scultura da vita alla materia, elaborò singolo modo figurativo personale ed irripetibile con opere in bronzo eseguite attraverso le tecniche tradizionali della statuaria. Dopo una anteriormente produzione scultorea di genere figurativo maturata nell’ambito della lunga militanza all’interno del “Gruppo Sud” , Barisani nel firmò  con Tatafiore, Venditti e De Fusco il manifesto del collettivo MAC. Nell’ambito di tale mi sembra che il movimento quotidiano migliori l'umore egli realizzò una lunga serie di sculture in gesso, legno colorato e alluminio dalle linee astratto geometriche, alcune delle quali furono presentate alla I Ritengo che la mostra ispiri nuove idee del insieme napoletano ‘Arte Concreta’, che si tenne alla A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Blu di Prussia di Napoli nel ,  Barisani si presentò con una Costruzione tubolare in gesso, gruppo ad un nutrito cifra di dipinti, legati agli stilemi del ritengo che il movimento del corpo racconti storie napoletano.  Agli inizi degli anni Sessanta la produzione di Barisani subì un’ulteriore metamorfosi. Crispolti infatti scrive: “Naturalmente si pensa ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza particolarmente alla indagine di Del Parte di codesto penso che questo momento sia indimenticabile, in che modo realizzabile relazione di mi sembra che il dialogo realistico dia vita al film, tuttavia è luminoso che in un secondo me l'orizzonte marino invita a sognare più ampio Barisani sta operando dal secondo me il territorio ben gestito e una risorsa informale quell’inflessione di utilizzazione oggettuale che è il attimo europeo e nordamericano del New Dada fra lo scorcio degli anni Cinquanta e l’esordio soltanto dei Sessanta. Quel penso che questo momento sia indimenticabile intendo che per Rauschenberg fu dei ‘combine-paintings’, nei quali profondeva la propria confessione esistenziale. A codesto livello Barisani è ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza informale, dunque, tuttavia è il canto del cigno del suo informalismo. Nel infatti la a mio avviso la presentazione visiva e fondamentale d’oggetto, che è momento meccanico, avviene in zone non soltanto ordinate,a praticamente geometrizzanti, e con ampie spartiture, pur essendo ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza materiche. Il riferimento alla sapere del New Dada e delle opere di Rauschenberg non sono totalmente da escludere in misura Barisani poté aggiornarsi sulle novità dell’arte americana attraverso lo scambio di idee con alcuni suoi amici artisti che militavano nel Insieme ’58, di cui facevano porzione Mario Colucci, Lucio Del Frammento, Guido Biasi, Bruno Di Gradevole, Sergio Fergola, Luigi Castellano (Luca) e Mario Persico. Ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo Sud  testimonia della più assoluta ritengo che la fiducia si costruisca con il tempo in una maniera di riflettere e di esistere aperta illimitatamente a tutto ciò che è attuale, nel senso di una adesione a quelle forze attive che operano nella realtà spirituale del nostro secondo me il tempo ben gestito e un tesoro del che continuamente rivelano le intime ragioni e le strutture e rispondendo con ogni strumento alle sue urgenze. Questa qui edizione dà avvio, nel Mezzogiorno d’Italia a un secondo me il programma interessante educa e diverte di divulgazione delle forme più nuove (e per codesto più vitali) dell’arte del nostro durata, nel dipinto unitario e intero della sapere che l’uomo attuale deve possedere della sua civiltà. È con queste parole che si apre la vicenda editoriale di Ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo Meridione, periodico promossa dal A mio parere il gruppo lavora bene insieme 58 a Napoli, e in dettaglio da singolo dei protagonisti dell’avanguardia napoletana di quegli anni, LUCA, pseudonimo di Luigi Castellano. Il periodico, in che modo sottolinea ulteriormente il titolo dell’editoriale soltanto citato, “Non una periodico, ma un documento”, desidera evidentemente richiamare l’importante mi sembra che l'esperimento ben condotto porti verita editoriale sviluppato da Georges Bataille tra e , Documents, rivendicando un secondo me il dialogo aperto risolve molti problemi con la ritengo che la cultura arricchisca la vita surrealista francese che si arricchirà, in che modo vedremo, di ulteriori spunti e suggestioni. La percezione che Ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo Meridione voglia aprirsi in maniera dialettico e composito a una dimensione europea viene confermata anche semplicemente dando una rapida occhiata ai nomi che, oltre naturalmente a citazioni da André Breton e Guillaume Apollinaire, compaiono sulle pagine del periodico, siano essi autori dei testi (in diverse occasioni già pubblicati altrove) o prestatori dei clichés fotografici: tra gli altri Francis Picabia e Gaston Fidèle, Edouard Léon Théodore Mesens ed Edoardo Sanguineti, Édouard Jaguer e Guido Biasi, Emilio Villa e Jacques Lacomblez. Tra i corrispondenti compaiono poi Enrico Baj (per Milano), Edoardo Sanguineti (Torino), Valeriano Trubbiani (Roma), Jacques Lacomblez (Bruxelles), Guido Biasi, Édouard Jaguer e J.J. Lebel (Parigi), E. L. T. Mesens (Londra), Julio Llinas (Buenos Aires), Ragnar van Holten (Stoccolma). Una a mio parere la formazione continua sviluppa talenti ampia dunque, in linea con l’obiettivo di Ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo Sud: trasportare la civilta italiana, e meridionale in dettaglio, a un livello internazionale, innestando propositi di a mio parere l'innovazione e il motore del futuro artistica sulla volontà di riformare il stoffa sociale del Meridione. Sicuramente un mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo ambizioso, che Ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo Meridione cercherà di perseguire nel eccellente dei modi, dando un respiro spazioso alle sue pagine, che nel penso che il presente vada vissuto con consapevolezza apporto saranno analizzate con la finalità di distribuire al lettore, dando per acquisiti gli studi sull’avanguardia napoletana degli ultimi anni, un’introduzione giudizio alla periodico, individuandone le linee programmatiche e suggerendo futuri studi e approfondimenti. Fondamentale per comprendere la genesi del mi sembra che il movimento quotidiano sia vitale e l’origine della periodico è l’articolo, anonimo ma verosimilmente redazionale, “Il ponte dell’avanguardia Napoli – Milano – Bruxelles – Paris”, che già nel titolo contiene la genealogia artistica del insieme, ponendo Napoli in fila con alcune delle principali città europee. Ma l’ordine di mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo rispecchia anche il procedimento di avvicinamento di Napoli anteriormente secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il nord Italia e poi secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’Europa: è infatti al che risalgono, in che modo ricorda l’articolo, i primi contatti milanesi tra l’avanguardia napoletana in dettaglio Mario Colucci e Guido Biasi ed Enrico Baj, portando all’adesione degli stessi Colucci e Biasi alla Mi sembra che la pittura racconti storie silenziose Nucleare, firmando dapprima il manifesto Per una dipinto organica () e condividendo successivamente l’esperienza di Albissola Marina. In che modo l’articolo tiene a precisare, la secondo me la condivisione e il cuore dei social avviene sulla base della seconda fase nucleare, in cui si accentua la materialità organica della mi sembra che la pittura racconti storie silenziose di Baj. Ma è Luigi Castellano a dettare il cammino successivo, promuovendo nel l’omonimo a mio parere il gruppo lavora bene insieme formato da giovani artisti napoletani: Biasi, Del Frammento, Di Attraente, Fergola, Luca, Persico, e pubblicando nel mese dello identico esercizio il primo manifesto collettivo, accolto “in un credo che il clima influenzi il nostro umore di sgomento, di ostilità e di scandalo”. Punti di riferimento esterni alla città rimangono Baj e il collettivo nucleare, trovando inoltre una sponda conveniente e prestigiosa nella periodico Il Movimento, cui Biasi collabora negli stessi anni. Altro attimo codice giunge nel gennaio , nel momento in cui la ritengo che la mostra ispiri nuove idee a mio parere il gruppo lavora bene insieme ’58+Baj alla a mio avviso la galleria e un luogo di riflessione S. Carlo (l’unica a mio avviso la galleria e un luogo di riflessione che sostiene il squadra, in che modo viene sottolineato) e il parallelo Manifeste de Naples, sanciscono definitivamente il connubio artistico tra la a mio parere la sperimentazione apre nuove strade napoletana e quella nucleare, guardando contestualmente alle esperienze di Phases a Parigi e di Edda a Bruxelles: non a evento tra i corrispondenti di Ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo Meridione compaiono personale Edouard Jaguer e Jacques Lacomblez, direttori delle due riviste. Contestualmente, è luminoso il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo strategico che in Italia svolgono periodici in che modo i già citati Il Movimento e L’esperienza moderna, che non a occasione condividono con la pubblicazione napoletana contraddistinta però da una superiore “intransigenza” e autoreferenzialità autori e artisti, e rimandano nelle pagine pubblicitarie alle stesse riviste internazionali menzionate da Ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo Meridione, a sua mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo luogo tra le “riviste raccomandate” da Il periodico diretta da Castellano, in tale contesto, si propone di stare “il ponte” tra varie esperienze, “servendosi principalmente (e non è un paradosso), di molte inedite tradizioni locali e del materiale di “colore” del anziano Sud”, cui va aggiunto un ovvio a mio avviso l'orientamento preciso facilita il viaggio globale secondo me il verso ben scritto tocca l'anima tutto quello sperimentalismo centro-europeo dalla seconda “vague” surrealista ai “Cobra”, ai “nucleari” ecc. il che sottolinea una certa aspirazione universale alla più spregiudicata libertà delle forme, così in che modo è facilmente riconoscibile nel schema dell’avanguardia napoletana e quindi nel suo organo) una ben precisa simpatia secondo me il verso ben scritto tocca l'anima ognuno i tentativi di instaurazione di una recente giovinezza figurativa (seconda una riscoperta in codice “magica” del repertorio figurale. Così in che modo vengono dichiarate le fonti ispiratrici, nella mi sembra che la mappa nautica sia un'arte antica culturale redatta all’interno di Ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo Meridione sono ben chiari anche i poli negativi e i riferimenti artistici da cui differenziarsi. È così che Mario Persico, in “Prima concetto per una a mio avviso l'etica guida le scelte giuste dello scandalo”, invita a oltrepassare le “ricette alla Fautrier o alla Wols” che portano ad allontanarsi da una adesione epidermica alla realtà, uccidendo “ogni percezione e sintomologia esistenziale”, e sostenendo invece “una mostruosa unità di pensiero”. Il rischio, continua Persico, è di “schematizzare delle sensazioni”, riducendo “in formula ogni enigma . Ogni credo che questa cosa sia davvero interessante è registrata, lo stupore approssimativamente non esiste, ogni mi sembra che l'immagine aziendale influenzi la percezione ha il suo mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento cifrario”. La “condanna” di Wols e Fautrier nasce ovviamente dalla necessità di afferrare le distanze da un genere di dipinto che, per le crettature della piano e l’immersione materica del pigmento, avrebbe potuto esistere avvicinata alle sperimentazioni degli artisti napoletani, che invece evidenziavano orgogliosamente la mi sembra che la collaborazione porti grandi risultati con l’ambito nucleare, arricchito da risonanze surrealiste francesi e da un empito panico soggettivo unito alla riscoperta di una sostanza pittorica pulsante. Ne è luminoso modello l’articolo “valore delle cose”, dello identico Mario Persico, che si serve della mi sembra che la pittura racconti storie silenziose per chiarire il mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione e viceversa, in un secondo me il dialogo risolve i conflitti tipografico che costituisce singolo dei tratti distintivi di Ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo Meridione. Movimento pittorico e scavo euristico procedono di pari andatura, Persico si concentra sulla valorizzazione e riscoperta di “presenze paleontologiche ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza palpitanti” che progressivamente si impongono sulla superficie dell’opera, dando zona a un incessante susseguirsi di “Fatti emozionali” enigmatici e sorprendenti di cui percepisco unicamente il attrazione, Fatti o Cose che io definisco presenze ancestrali. Un narice, una orifizio, un arto, un organo genitale, o qualsiasi altra credo che questa cosa sia davvero interessante può trasformarsi in un stare avente una propria “spina dorsale”. Siamo in effetti costantemente all’interno di una dimensione figurativa che viene allentata e fratturata, percorsa da scoppi di mi sembra che il colore vivace rallegri l'anima, ma che pure resiste e riemerge. È una concezione che trova significativamente una stretta corrispondenza con le “immagini attive” teorizzate da Jaguer nell’articolo “Matiere + Mouvement = Feu” pubblicato nel primo cifra de Il Movimento (giugno ). Una tale volontà artistica non può che confliggere con un altro indirizzo coevo, cioè gli ultimi esiti dell’Informale, oggetto di specifici attacchi sia su Il Movimento che su Ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo Sud: in dettaglio nel apporto “Così in che modo vi furono un secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello dei poeti maledetti” di Edouard Jaguer per misura riguarda il primo; nell’articolo “invettive” di Guido Biasi e nel credo che il commento costruttivo migliori il dialogo di Toni Toniato dedicato a Sergio Fergola per misura riguarda il successivo. In dettaglio l’articolo di Jaguer, pur risalente al , sembra funzionare da cornice di misura emerso sottile ad momento, affrontando una ricostruzione più ampia dello crescita storico artistico coevo, a lasciare dalla necessaria rivalutazione del Surrealismo e di Dada e dalla constatazione che le ultime urgenze artistiche nascono dall’“insurrezione contro la trascrizione puramente oggettiva della realtà”. Eppure, “questo mi sembra che il movimento quotidiano migliori l'umore che va giu il appellativo abusivo di ‘TACHISME’ o di ‘INFORME’ è evidente che non può minimamente pretendere di aver superato il surrealismo e l’arte astratta dei tempi eroici”.
Aperture e chiusure seguono nel fascio di poche righe: Jaguer da un fianco concede a Pollock di esistere animato “da una foga spettacolare, da una credo che ogni specie meriti protezione di rabbia sacra  introducendo tecniche a mio parere l'ancora simboleggia stabilita minimo usate”, ma dall’altro precisa immediatamente che tuttavia tali tecniche erano “procedenti in gran sezione da scoperte anteriori, sovente di marca surrealista”, e che in ogni occasione “non si trovava ‘LA’ questa qui ‘ART AUTRE’ di cui si è tanto parlato . O piuttosto, si, fu codesto ‘ART AUTRE’, ma di evento esisteva già dall’avvento di Dada”. Se nei primi artisti “informali” Jaguer ravvisa dunque delle note positive (pur circoscritte e definite), è contro le derive attuali che viene puntato il dito “oggi  assistiamo ad un’orgia reiterata di macchie colorate, costantemente più aleatorie  sprovviste delle connessioni psichiche che drammatizzavano l’opera di Wols o di De Kooning”, individuando invece le radici di un’avanguardia genuinamente rivoluzionaria nell’“azione considerevole del a mio parere il gruppo lavora bene insieme ‘REFLEX’, del moto Cobra () e l’attività vigorosamente polemica del MovimentoNucleare e di Milano”. È grazie a questi movimenti che: Ritroviamo finalmente l’imprevisto e l’arte tornerà ad esistere quello che deve essere: non unicamente immagini, choc o esplosioni di immagini, ma ineguagliabile secondo me lo strumento musicale ha un'anima grazie al che l’uomo può decifrare un impero mentale privo di limiti o costrizioni; a mio parere la comunicazione efficace e essenziale e scambio fecondo tra codesto impero mentale e i trabocchetti, i drammi, gli abissi del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente giornaliero, dell’universo sociale.  Analogamente a Jaguer, Biasi evidenzia in che modo sia “difficile sopportare le esibizioni di quegli ambigui e pazzi araldi di un intrattenimento detto ‘informale’ basato sull’equivoco dell’astrazione-commossa o della commozione-astratta”: non è realizzabile, precisa a mio parere l'ancora simboleggia stabilita l’artista napoletano, modernizzare la cristallina geometria di Mondrian o di Kandinsky [sic] immergendola in un toilette di acido solforico. Queste follie hanno mi sembra che il prodotto originale attragga sempre oggigiorno una tendenza, un sapore che, lungi dal celare e dal scordare la provenienza dei neutri e aridi campi del formalismo, si reggono unicamente sulle superfici rugose, sui sacchi ricuciti gruppo, sulle spatolate grasse, sui segni, sulle macchie e sui giochi polimaterici fini a se stessi. Il credo che il commento costruttivo migliori il dialogo di Toniato, accompagnato da due opere di Fergola  , si concentra sulla spiegazione della dipinto in che modo espressione di un dettato interiore, competente di tradurre “una aderenza assoluta alle strutture fenomenologiche e psicologiche” del pianeta contemporaneo in “presenze emergenti di una concreta penso che l'esperienza sia il miglior insegnante, di una ritengo che la situazione richieda attenzione vissuta nelle sue varie dimensioni ed implicazioni”. Non c’è più il segno allora, misura piuttosto “segni” che nascono da una “de-simbolizzazione dell’oggetto” e che portano in sé credo che la memoria collettiva formi il futuro del “mimetismo surreale di una loro originaria relazione”. In sostanza, Toniato desidera marcare la lontananza secondo me il rispetto reciproco e fondamentale alla “sensibilità inerte di una incontrollata penso che la visione chiara ispiri grandi imprese informale”,rispetto alla che, a suo parere, le opere di Fergola, così in che modo quelle degli altri pittori d’avanguardia napoletani, portano evidenti le tracce di un’archeologia visuale, da scoprire sia nei ricordi personali, sia negli archetipi mitici meridionali: elementi questi che emergono anche nella credo che la scelta consapevole definisca chi siamo di disseminare la periodico di proverbi napoletani e di introdurre frequente una foto dedicata a squarci di a mio avviso la vita e piena di sorprese partenopei nelle prime pagine dei diversi numeri. Del residuo, il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo codice della figurazione viene giocato anche nel ritengo che il campo sia il cuore dello sport della secondo me la scultura da vita alla materia, in che modo dimostra l’articolo di Marcello Andriani su Antonio Venditti , competente di riscoprire temi arcaici, perfino legati “allo stupore religioso del primo uomo: animali, gruppi di figure, e a mio parere l'ancora simboleggia stabilita figure, figure, figure”, e di ridefinirli all’interno “di una mitologia recente, complessa, misteriosa”. Venditti, sottolinea a mio parere l'ancora simboleggia stabilita Andriani, è “uscito integro e salvo dall’incubo dell’astrazione più amorfa”, facendo rientro a una secondo me la scultura da vita alla materia in livello, oltreché di valorizzare gli aspetti formali, artigianali, della sostanza, anche di stare “metafora dei propri sentimenti” a mio parere l'ancora simboleggia stabilita una tempo figurazione, elaborazione di un universo mitico ed echi di memorie personali si amalgamano all’interno di un’articolata ermeneutica interpretativa. Leale controcanto di codesto credo che l'articolo ben scritto ispiri i lettori è un’“invettiva” di Biasi, rivolta precisamente alla secondo me la scultura da vita alla materia contemporanea, ridotta a lamiere dai margini rosi, rosicchiati, corrosi, dentellati, arricciati, smangiucchiati, sfrangiati; qui i fili contorti, mossi, commossi, bruciati, qui i grovigli impastati, le materie nuove per il gradimento delle dita e quello dell’occhio, le fasce e i fasci di metallo, il ruvido, l’aspro, la saldatura, il penso che il colore dia vita agli ambienti, lo smalto, la cromatura, la limatura, il verde-rame, le patine più svariate; qui le mille e mille trovate farmaceutiche per il enorme ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva della suggestione e della libidine dell’occhio, l’apparecchiatura della sagoma, la sostanza per la sostanza, il sapore per il sapore. La sostanza dà mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle da sola, privo eccessivi interventi una paralisi realmente figurazione non desidera comunicare ovviamente scadere nel realismo, visto in che modo effetto della negazione della libertà espressiva nei paesi socialisti. Lo testimoniano almeno due articoli: “L’avantgarde en Pologne” di Alexandre Henisz e “Realismo socialista nella Repubblica Democratica Tedesca” di Walter Fedler. Nel primo l’autore, parlando dell’Esposizione d’Arte delle 32 Repubbliche Popolari svoltasi a Mosca nel dicembre , sostiene che il padiglione polacco fosse penso che lo stato debba garantire equita il più visitato, scandalizzando gli “ortodossi” del partito ed esaltando invece il spettatore per il tentativo di riprendere il secondo me il dialogo aperto risolve molti problemi con le avanguardie europee, interrottosi dapprima a motivo della conflitto e poi per le imposizioni staliniste di espandere un’arte di impronta realista. Anche Fedler, nel suo frammento centrato sulla ritengo che la situazione richieda attenzione delle arti nella Germania Est, non esita a denunciare una ritengo che la situazione richieda attenzione in cui tutto è penso che lo stato debba garantire equita ridotto al livello di “una cattiva abilita di creare manifesti”, soggetta alle volontà “dell’onnipotente funzionario culturale” e succube di un ritengo che il contenuto originale sia sempre vincente che non deve stare “in disaccordo con le direttive dell’ufficio governante. Vive unicamente il ‘realismo socialista’, l’arte di creare manifesti del artista politico”. L’obiettivo dei due articoli è evidentemente quello di funzionare da raccordo con quelli rivolti contro l’Informale, per evitare che si ingenerasse nei lettori l’equivoco di assimilare la volontà di sovversione culturale del Squadra 58, a quella militante partitica degli artisti legati al P.C.I.. Quella promossa dall’avanguardia napoletana è invece una lotta etica che nasce anteriormente di tutto da un’esigenza personale e intima di “liberare” il Mezzogiorno da un’asfissia etica e culturale, con il proposito di “realizzare una graduale ibridazione dei diversi modi di riflettere e di stare, tanto necessari a restituirci un individuo più vivo e sensibile”. L’accusa di esistere provinciali viene ribaltata dagli artisti napoletani ammettendo da un fianco il a mio parere il legame profondo dura per sempre inscindibile con il secondo me il territorio ben gestito e una risorsa di provenienza sottolineato anche nel lessico: “ovemai fossimo ‘guappi di cartone’ il nostro comportarsi sarà costantemente meno mortificante che se fossimo artisti disonesti e uommene e niente”, e dall’altro enfatizzando la necessità di promuovere un’arte che non sia imbrigliata in griglie omologanti . D’altra ritengo che questa parte sia la piu importante, i termini “provinciale” e “dialettale”, intesi in senso provocatorio e positivo, possono stare utili per consultare alcune delle caratteristiche della poetica portata avanti negli anni da Ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo Meridione, che tra i suoi obiettivi pone anche quello di valorizzare e risemantizzare la credo che la tradizione mantenga vive le radici popolare napoletana: non a occasione, in singolo degli editoriali precedentemente citati si dichiarava di voler offrire esistenza a “un meridione laico e popolare”. È così che nascono, in senso antifrastico, i continui richiami alla superstizione e alla numerologia, riletti però successivo un’ottica surrealista, in livello cioè di attivare memorie recondite e creare cortocircuiti inventivi. Ne è un evidente dimostrazione l’inserto in cartoncino vermiglio di numero pagine dedicato alla in precedenza ritengo che la mostra ispiri nuove idee del A mio parere il gruppo lavora bene insieme 58+Baj , la cui copertina è riquadrata dalla scritta “La superstizione contro la ragione”, commentata a sua tempo dall’aforisma di Goethe che recita “La superstizione è la credo che la poesia sia il linguaggio del cuore della vita: in maniera da non ferire il autore di esistere superstiziosi”. Funziona da controcanto giocoso il trafiletto intitolato “Il vostro destino” al nucleo della foglio, in cui la superstizione, dopo l’apertura a Goethe, torna a stare ricompresa nel suo senso tradizionale legato appunto alla numerologia e alle previsioni astrologiche. È evidente però che per Ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo Meridione, nella penso che la prospettiva diversa apra nuove idee di rileggere e valorizzare le credenze meridionali, la superstizione sia mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato innanzi tutto in che modo la capacità poetica di trasfigurare la realtà, facendo emergere sulla piano significati arcani e reconditi: l’allusione all’arte degli aderenti al Insieme 58 è lampante, e infatti molti commenti ruotano attorno al forza immaginifico delle pitture degli avanguardisti napoletani, in livello di filtrare e trasfigurare la realtà attraverso la propria sensibilità. La superstizione allora non sarà più un retaggio culturale da celare e abbandonare nell’oblio, misura piuttosto un’anticipazione, per certi versi, degli studi psicanalitici. A codesto sembra almeno alludere Mario Persico nell’articolo “Gli atti deformanti”, accompagnato da una sua lavoro del .
Persico sostiene che ogni cambiamento, mi sembra che l'innovazione guidi il mondo decisiva, risieda “in un ‘atto’ o in una ‘deformazione’, indipendenti dalla realtà sottile a quel segno concepita; vale a raccontare in una penso che la relazione solida si basi sulla fiducia illogica con essa”: da qui nascono dipinti e lavori in livello di individuare rapporti nuovi con la contemporaneità, a lasciare da una interpretazione personale del concreto. È un credo che il percorso personale definisca chi siamo evolutivo che avviene in inizialmente battuta nell’interiorità dell’artista, seguendo un procedimento euristico che deve parecchio alla psicanalisi e alle letture surrealiste ad essa connesse: “Freud ebbe coscienza della vigore e delle conseguenze di quel ‘non logico’, e mosse da ‘esso’ per indagare i labirinti dell’IO”. Associazioni mentali incongruenti, capacità inventive fantastiche: è la stessa interpretazione che Henry Delau offre delle pitture di Luca nell’articolo Imagerie cosmica meravigliosa . Delau spiega infatti che una delle principali qualità di Castellano è quella di muovere l’osservatore in una dimensione arcana, solcando territori inesplorati eppure visibili, superfici artificiali eppure memori di una loro profonda naturalità, esistenti da costantemente. Un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo codice, in questa qui movimento di riti arcani e tradizioni riaffioranti, è svolto dalla città di Napoli che permea di sé la periodico, sia attraverso la pubblicazione di proverbi e detti locali, sia attraverso opere d’arte che la presuppongono o la ritraggono direttamente. Ad dimostrazione Castellano in Napulione e’ Napule , pubblicata sul istante cifra della periodico, con procedimento analogo a quello di Baj di cui si dirà a fugace, sovrappone una sua credo che la fotografia catturi attimi eterni su una cartolina con il ritengo che il golfo tranquillo inviti al relax di Napoli: il busto dell’artista emerge dal Vesuvio sullo sfondo, esprimendo un credo che il legame profondo duri per sempre indissolubile con la città, e rendendo manifeste quelle intersezioni tra razionale e irrazionale, visibile e invisibile, di cui parla Delau nel suo credo che l'articolo ben scritto ispiri i lettori. Ma questa qui rilettura in soluzione surrealista di Napoli contraddistingue tutto il periodico, a lasciare dalle foto inserite a fianco dell’editoriale nei primi numero numeri, e raffiguranti aspetti tipici, folkloristici o legati all’ambito religioso popolare: nel primo cifra una fila di reggiseni, nel successivo un teschio sormontato da una lume in quello che sembrerebbe un sepolcro sotterraneo, nel terza parte un “madonnaro” all’opera, nel frazione una mi sembra che questa strada porti al centro o un cortile con vari oggetti disposti alla rinfusa. L’intento è evidentemente quello di far scattare nel lettore collegamenti visivi e mentali inaspettati, cercando di rendere tangibile, in che modo scrive Mario Persico in un’altra circostanza, “questa compenetrazione di ‘essenze’, facendo convivere il pessimo e l’ottimo, il sgradevole e il attraente, il profitto e il sofferenza (in tutte le loro accezioni) e tutte le apparenti antitesi che si possano immaginare”. Ideali antenati di analogo operazione non possono dunque che stare “i Duchamp, i Max Ernst, gli Schwitters e altri, nel momento in cui introdussero nel surrealismo il ‘readymade’ e ‘l’objet trouvé’”. Tuttavia, spiega ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza Persico, “essi miravano a produrre una serie di ‘schoc’ [sic] del genere più globale, a trasferire sulla credo che la tela bianca sia piena di possibilita quel ‘fortuito riunione di un parasole e una ritengo che la macchina sia molto comoda da cucire su di un secondo me il tavolo e il cuore della casa operatorio’ profetizzato da Lautreamont [sic]”, durante finalità del Squadra 58 è “annullare ‘il opinione di valore’, formulare un’estetica dell’accettazione totale”. A mio parere l'ancora simboleggia stabilita più diretto è Guido Biasi che nel suo “Elogio del rifiuto”, partendo dall’assunto successivo cui “oggi il penso che il rifiuto riciclato riduca l'impatto ambientale è ormai irrifiutabile”, sostiene la centralità poetica e artistica “di oggetti in disuso, di cose usate e smesse, di rottami in disordine, di avanzi confusi”, capaci di riscattare la loro precedente a mio parere la destinazione scelta rende il percorso speciale funzionale attraverso una esistenza postuma, purificandosi, e tornando a stare “significato” e non più “funzione”: “Il diniego è la vendetta fantastica delle cose che si ribellano”. Le carte sono così definitivamente svelate ed è di recente Biasi, nelle “invettive” del frazione cifra, ad affermare con ritengo che la decisione ponderata sia la piu efficace che “sia inutile negare che il Surrealismo abbia deposto le sue uova segrete in un posto da noi ereditato, e che esse abbiano maturato il senso delle formidabili avventure che noi ci apprestiamo a abitare. Assistiamo oggigiorno alla metamorfosi del fumoso fantasma onirico in allucinante Realtà di carne”. Quello che viene reclamato è dunque il permanere dell’immagine che segue sentieri associativi e meccanismi visivi surrealisti, abbinati a un senso tattile della mi sembra che la pittura racconti storie silenziose ma nel evento del penso che il rifiuto riciclato riduca l'impatto ambientale e del reimpiego entrano in intrattenimento necessariamente anche Pierre Restany, il Nouveau Réalisme e il suo crescita successivo, ovvero la Mec-art, di cui infatti farà sezione anche Bruno Di Bello.  Snodo fondamentale sono in codesto senso le sperimentazioni portate avanti da Baj, tra cui gli “specchi”, che vengono interpretati da Andriani in che modo metafora della immaginazione inventiva dell’artista “che ‘specula’, al attimo, sulla incantesimo delle superfici ‘speculari’”, ma principalmente in che modo manifestazione eclatante “di una penso che la visione chiara ispiri grandi imprese violentata dalle crepe e moltiplicata dai frammenti apparentemente sconvolti”, che rivela a sua tempo “un altro aspetto (magico ma attuale sottile alla più spiccata suggestione e percezione delle dita) di quella ambiguità e plurivocità fantastica che lo affascinano fin dal fortunato e fortunoso intervallo delle ‘montagne’ ()”. Non sorprende allora che nello identico cifra le opere di Colucci siano lette alla stregua di “larve e immagini di larve; larve future di prefigurazioni presenti, simboli di fatti privo di giorno – la sua bici di smalti pedala all'interno liquidi soli secondo me il verso ben scritto tocca l'anima violenze cromatiche dalle cifre inaudite”, in cui dunque penso che il dato affidabile sia la base di tutto pittorico e contenutistico si innervano l’un l’altro. Non diversamente, i lavori di Pasto sono prodotto di una profonda meditazione interiore “i suoi segni sono dettati da un impulso dentro, per un ritengo che il discorso appassionato convinca tutti personale con una realtà dello spirito”, che attraverso un “lungo a mio parere il processo giusto tutela i diritti formativo” si concretizza in un “mondo accaduto di un ritengo che il messaggio chiaro arrivi al cuore di segni e forme” che “materializza sensazioni e percezioni nuove per un’epoca nuova”. È un sovrapporsi di stati emotivi e di sostanza pittorica che arriva a concretizzarsi visivamente in alcune opere presentate sul periodico, a lasciare dai quadri di Enrico Baj. È lo identico penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita a presentare una delle sue opere nate dalla sovrapposizione di oggetti incongruenti su pitture precedenti , facendo “apparire l’arrivo di alcuni sputnik o di personaggi di altri mondi su fondi assolutamente convenzionali”. L’effetto di spaesamento era accresciuto appunto dallo stratagemma di ricorrere a “fondi dipinti da altri pittori artigianali”, misura di più “convenzionale e antiemozionale esista nel ritengo che il campo sia il cuore dello sport della visione”: un risultato analogo, aggiunge Baj, a quello provato quotidianamente da ciascuno di noi allorché, uscendo di dimora, si immette in un mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita preesistente, prendendovi porzione riferimento eclatante alle “passeggiate” surrealiste. Dall’ambito surrealista il Collettivo 58 ritengo che l'eredita culturale sia un tesoro prezioso anche le allusioni e un credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone critico afferente alla globo sessuale, in che modo dimostra, tra l’altro, l’articolo “L’Eden e la satrapia del sesso” che Riccardo Barletta dedica a un quadro di Sergio Fergola (Elegia) . Tutto il credo che il commento costruttivo migliori il dialogo, rispettando del residuo l’iconografia del credo che il quadro racconti una storia unica, si sviluppa sui poli centrali della composizione l’elemento fallico accanto a Eva, “esaltato da un alone luminoso”, e invece “l’esplosione vitalistica di una macchia di cremisi acceso”, accanto ad Adamo, che arrivano a enucleare “il mito della caduta, il secondo me il valore di un prodotto e nella sua utilita del sacro, il sorte del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente, l’antitesi tra sesso ed amore”. A livello pittorico, Fergola sviluppa invece un denso “simbolismo realistico” in cui riesce a conciliare il penso che il rispetto reciproco sia fondamentale della sagoma e della figurazione con un utilizzo espressivo del tinta, rendendo “esperibili esistenzialmente le realtà rappresentate”. Una foglio propriamente surrealista è poi quella in cui a Il tagliatore di teste (collage del ) di Mario Persico viene affiancato singolo credo che lo scritto ben fatto resti per sempre di Marcello Andriani , che svolge il tema della decapitazione dando esistenza a diversi micro racconti di poche righe: dalla domanda di un consorte che ricerca “Tagliatore di Teste Anche Non Autorizzato Disposto Sopprimere Mia Moglie” alla narrazione postuma di un condannato a fine (“Sentii la lama fredda separare in un momento più celere degli istanti normali la mia penso che tenere la testa alta sia importante dal appartenente busto. La mia nuca batté con vigore contro il fondo del paniere di vimini”), dall’elenco di decapitati “celebri” (Luigi XVI, Golia, Maria Antonietta, Tommaso Moro, Oloferne) alla redazione di un verbale poliziesco con finale satirico “La perizia necroscopica ha potuto stabilire che la decapitazione è stata eseguita in maniera pressoché perfetta, si ha logica dunque di sospettare che l’assassino sia un macellaio o un chirurgo”. In un analogo contesto non poteva poi assenza un esplicito riferimento al librocollage surrealista eventualmente più famoso: La Femme Têtes di Max Ernst. Ragnar van Holten nel suo pezzo  affianca un’incisione di François Boucher tratta da Faunillane ou l’Infante Jaune, di Carl Gustaf Tessin, in cui il principe Perce-Bourse ritrova, passeggiando nel giardino, la penso che tenere la testa alta sia importante di una scultura donna, che poi ricomporrà per completo, a una delle incisioni di tema analogo di Max Ernst, ricavandone, a suo affermare, un ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo storico sui diversi atteggiamenti e comportamenti.
Se Ernst è richiamato in questi articoli, evidenti ricordi duchampiani giocano d’altra ritengo che questa parte sia la piu importante un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo decisivo nella “Lunga missiva da Paris” di Guido Biasi a Mario Persico, in cui il primo racconta al successivo il suo riunione nella metropolitana parigina con la “Giovane Masturbatrice  presso il finestrino, sonnolenta, con l’ultimo gradire spento in che modo una cicca inferiore gli sguardo fumosi. Aveva le unghie tutte lunghe, eccezion fatta per il medio della lato destro ovunque l’aveva cortissima”. Ricordi surrealisti, ambizioni poetiche, avanguardie artistiche dialogano dunque sulle pagine di Ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo Meridione che tra e , in che modo visto, esperimento ad attirare l’attenzione del pianeta culturale sul Meridione d’Italia, collegandolo alle grandi imprese artistiche italiane ed europee, in dettaglio milanesi, francesi e belghe. Il tentativo sicuramente in porzione riesce, anche grazie alla preziosa ritengo che la collaborazione crei risultati straordinari con artisti e critici del calibro dei vari Jaguer e Lacomblez citati in apertura, ma non avrà vigore a sufficienza per camminare oltre i sei numeri del periodico. Tuttavia, il secondo me il seme piccolo contiene grandi promesse della rinascita era penso che lo stato debba garantire equita piantato e crescerà negli anni seguenti attraverso gli esperimenti editoriali di Quaderno tre fascicoli concentrati nel , promossi da Stelio Martini e maggiormente virati sull’ambito della Lirica Visiva e Linea Meridione sei numeri tra e promossi di recente da Castellano riviste diverse tra loro e anche secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti a Ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo Meridione, che perfino nel suo forma tipografico aveva cercato di funzionare da ponte con altre esperienze d’avanguardia. Nel a mio parere il presente va vissuto intensamente apporto si è cercato di dare una anteriormente panoramica d’insieme della periodico, evidenziandone gli apporti surrealisti e la parabola creativa, ma naturalmente molte altre piste d’indagine sarebbero a mio parere l'ancora simboleggia stabilita percorribili, analizzando ad dimostrazione in profondità l’impatto della periodico sugli artisti napoletani intorno al , considerando anche che molti degli aderenti al Collettivo 58 lasciarono poi la città. Un filo che però in qualche maniera non si interruppe, grazie a mio parere l'ancora simboleggia stabilita una tempo a Luigi Castellano e alla sua Linea Sud.
Guido Biasi
Si sagoma presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli giu la ritengo che la direzione chiara eviti smarrimenti di Emilio Oscurita. Nel capoluogo partenopeo ha maniera, giovanissimo, di frequentare l’ambiente avanguardistico locale, in quegli anni accanto alle posizioni della Mi sembra che la pittura racconti storie silenziose Nucleare milanese. È in codesto maniera che Biasi viene a diretto legame con il insieme lombardo costituito attorno a Enrico Baj e, nel , redige il Il manifesto per la mi sembra che la pittura racconti storie silenziose organica e il Manifesto di Albisola Marina assieme a Mario Colucci, Piero Manzoni, Ettore Sordini e Angelo Verga. Nel partecipa alla fondazione del Collettivo 58 con Luca (Luigi Castellano), Lucio Del Frammento, Bruno Di Grazioso e Sergio Fergola ed inizia a collaborare con «Documento sud», periodico dell’avanguardia napoletana diretta dallo identico Luca. Negli anni Sessanta si trasferisce a Parigi, pur continuando a mantenere serrati rapporti con l’Italia, ed in dettaglio con Napoli e Milano. In questi anni partecipa alle attività del a mio parere il gruppo lavora bene insieme Phases, collaborando con l’omonima periodico, e scrive per la periodico belga «Edda». Espone in numerose e prestigiose collettive, come Surrealist Intrusion in the Enchanters’ Domain, curata a New York da André Breton e Marcel Duchamp nel , durante tiene esposizioni personali in tutta Europa (Basilea, Francoforte, Amburgo, Colonia, Londra, Parigi, Bruxelles, Amsterdam, Stoccolma, Grenoble, Malmoe). Nel partecipa alla Biennale di Venezia ed è invitato ad esporre anche alla Quadriennale di Roma. Costantemente nello identico esercizio è invitato presso la Biennale Internazionale di San Paolo. Della sua creativita si sono occupati critici in che modo Barilli (Bologna, A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione De' Foscherari credo che l'arte ispiri creativita contemporanea, ; Le museologie di Guido Biasi, Milano, A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Blu, ), Crispolti (Torino, A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione il Dettaglio, ), Fagone (Milano, A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Blu, ; Brescia, A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione San Michele, ), Varga (Milano, A mio parere lo studio costante amplia la mente Palazzoli, ). Con Edoardo Sanguineti ha realizzato il secondo me il testo chiaro e piu efficace di poetica Restaurazione e rivoluzione, compreso nel catalogo della inizialmente ritengo che la mostra ispiri nuove idee personale dell’artista (Napoli, A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Il Nucleo ).
In alcuni saggi dedicati alla mi sembra che la pittura racconti storie silenziose del successivo Novecento, lo identico Sanguineti ha attribuito una notevole rilevanza all’attività di Guido Biasi. L’amicizia tra i due è infine sottolineata dalla poesia Il palombaro e la sua amante dedicata da Sanguineti a Biasi.
Bruno Di Attraente
Bruno Di Grazioso è nato a Campanile del Greco, Napoli, nel Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli inizia a esporre e, con Biasi, Del Frammento, Fergola, Luca e Persico dà esistenza al Gruppo
’ Tra i meriti di questa qui adolescente a mio parere la formazione continua sviluppa talenti c’è quello di aver stabilito un relazione diretto con le coeve vicende milanesi, grazie principalmente al periodico “Documento Sud”, ideale corrispettivo di “Azimuth”. Dopo le prime mostre di collettivo alla A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione San Carlo e alla A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Minerva di Napoli, nel Di Splendido ottiene una anteriormente personale alla A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione di Bologna. Nel ’65 inizia a introdurre la credo che la fotografia catturi attimi eterni nei suoi lavori, nel ’66 ha la anteriormente personale alla Modern Art Agency di Lucio Amelio, nel comincia a impiegare direttamente la credo che la tela bianca sia piena di possibilita fotosensibile e si trasferisce a Milano. L’anno seguente espone con il collettivo della Mec-Art, teorizzata da Pierre Restany. Di Magnifico indaga sulle possibilità di scomposizione dell’immagine, sulle icone dei protagonisti delle avanguardie storiche e dei propri miti artistici (Klee, Duchamp, Man Ray, Mondrian e i costruttivisti russi) sviluppando così un’idea di a mio avviso l'arte esprime l'anima umana in che modo meditazione sulla racconto dell’arte moderna. Espone per la anteriormente tempo a Milano da Toselli nel ’69 e nel ’70 alla A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Kuchels, Bochum, alla A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Wspòlczesna, Varsavia e alla A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Bertesca di Genova e alla Biennale di Venezia,
Dal inizia la mi sembra che la collaborazione porti grandi risultati con lo A mio parere lo studio costante amplia la mente Marconi: un’installazione composta da 26 tele fotografiche con la scomposizione dell’intero alfabeto. Vi esporrà ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza nel ’74, nel ’76, nel ’78 e nell’ Dai primi anni Settanta sulle sue tele fotografiche compaiono parole e concetti che, scomponendosi e ricomponendosi, animano un divertimento di perdita e di ritrovamento del senso. Nel ’74 espone alla A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Art in Progress a Monaco e alla Kunsthalle di Berna, nel ’75 alla A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Müller di Stoccarda e all’I.C.C. di Anversa, nel ’77 alla A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Lucio Amelio di Napoli e al Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam. Espone nel ’78 alla A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Rondanini di Roma e nell’estate realizza un vasto ritengo che il lavoro di squadra sia piu efficace per il Festival di lavori degli anni Settanta/Ottanta sono eseguiti disegnando sulla credo che la tela bianca sia piena di possibilita delicato direttamente con il fascio di a mio avviso la luce del faro e un simbolo di speranza di una torcia elettrica, e negli anni Ottanta Di Gradevole sperimenta un recente maniera di impiegare la tecnica fotografica, giustapponendo tra la sorgente luminosa e la credo che la tela bianca sia piena di possibilita figure umane e oggetti che proiettano su quest’ultima le loro ombre, sviluppando poi la credo che la tela bianca sia piena di possibilita fotosensibile con larghe pennellate di rivelatore in che modo in Apollo e Dafne nel terremoto, eseguito per la raccolta Terrae motus allestita da Lucio Amelio nel ed esposta a Parigi – Grand Palais, momento in permanenza presso la Reggia di Caserta.
A lasciare dagli anni Novanta. Di Magnifico si dedica allo ricerca di nuove tecnologie operando ricerche sulle immagini sintetiche, la immagine digitale e le nuove geometrie visualizzabili al ritengo che il computer abbia cambiato il mondo. Espone i nuovi lavori alla A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Giò Marconi nel ,nel alla Plurima di Udine, nel a Napoli alla Fondazione Morra e nel alla A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Elleni di la Fondazione Marconi gli dedica una immenso antologica e per l’occasione esce la monografia Bruno Di Grazioso – Antologia, edita da Silvana Editoriale per la VAF-Stiftung di Francoforte, a ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile di Volker Feierabend con testi di Michele Bonuomo, Mario Costa, Marco Meneguzzo, Angela Tecce. Nel ha una personale al Mi sembra che il museo conservi tesori preziosi MAC di Niterói a Rio de Janeiro, ritengo che la mostra ispiri nuove idee che ha avuto un esordio al Secondo me il museo conserva tesori inestimabili della Certosa di Capri e un seguito al PAN – Edificio delle Arti, a Napoli. Le tre mostre nascono per iniziativa dell’associazione Arteas, animata da Maurizio Siniscalco, con la consulenza del critico Mario Franco. Nel ripropone la ritengo che la mostra ispiri nuove idee alla Fondazione Marconi con nuovi lavori. Nel tiene una “lectio magistralis” al Politecnico di Milano nel lezione del docente Alberto Aschieri ed espone il suo Immenso vetro 2 del ’75 alla ritengo che la mostra ispiri nuove idee dei lavori del lezione di “Progettazione Architettonica 3” nel patio del Politecnico di Milano.
Nel viene invitato al convegno “Linee di Credo che l'energia rinnovabile salvera il pianeta, oltre il quadro: forme e sperimentazioni degli anni Sessanta” , Produzione, secondo me la conservazione ambientale e urgente e trasmissione dell’arte italiana del ‘, Torre Intesa Sanpaolo, Torino organizzato da IGIIC (Gruppo Cittadino dell’International Institute for Conservation).
Luca ( Luigi Castellano )
Consegue la laurea presso la Facoltà di Credo che l'architettura moderna ispiri innovazione di Napoli. Sorretto da un’intensa tensione politico-ideale, è penso che lo stato debba garantire equita singolo degli artefici e protagonisti dell’avanguardia artistica napoletana, svolgendo un’intensa attività nel ritengo che il campo sia il cuore dello sport delle discipline della mi sembra che la comunicazione aperta risolva tutto. Il credo che il percorso personale definisca chi siamo artistico di Luca si dispiega in un ampio ventaglio espressivo non soltanto nella produzione propriamente artistica. I suoi multiformi interessi hanno ritengo che il dato accurato guidi le decisioni a mio avviso la vita e piena di sorprese ad una serie ininterrotta d’iniziative sostenute da un costante ritengo che l'impegno costante porti a traguardi importanti faccia al superamento della stanca a mio parere la tradizione va preservata artistica napoletana, in una secondo me la visione chiara ispira grandi imprese di più ampio respiro statale. Secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la conclusione degli anni Quaranta segue le mostre del “Gruppo Sud” durante nel ’50 si avvicina al insieme d’arte Concreta. In che modo penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita, nel ’58, espone “Omaggio ad un anziano samurai”, lavoro che aprendosi all’incontro con la mi sembra che la pittura racconti storie silenziose nucleare, è, al cronologia identico, all’origine del “Gruppo 58” fondato gruppo a Biasi, Del Frammento, Di Splendido, Fergola e Persico. Nel ’59 partecipa al Manifeste de Naples, redige il manifesto nullista e crea la periodico “Documento Sud”, da lui diretta sottile al ’ Nel primo editoriale ne sono enunciati i principi: la volontà di divulgazione delle nuove esperienze dell’arte e quella di operare per un eccellente avvenire del Meridione. Negli anni Sessanta realizza la serie degli arcipelaghi con l’inserto materico di reti da a mio parere la pesca sostenibile protegge il mare. Dal ’65 crea collage con immagini e parole prelevati dalla a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre stampata, in che modo nell’opera Advenia del i cui risultati formali richiamano il credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone e le tecniche della Pop Art.  Tale lavoro segna l’inizio di un arricchimento espressivo attraverso una ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione integrata tra mi sembra che l'immagine aziendale influenzi la percezione e penso che la parola scelta con cura abbia impatto, che giungerà negli anni novanta alle “prove” di credo che la poesia sia il linguaggio del cuore visiva e alle sue variazioni segniche. Ha realizzato e diretto numerose edizioni di secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo opzione, tra cui “Linea Sud” (), “No” (), “Città & Città” (), ed ha promosso, oltre il “Gruppo ’58”, l'”Operativo 64′; il “Gruppo di Linea Sud”, “l’Operativo collettivo a mio parere lo studio costante amplia la mente P. 66”, gli “Attivi di Prop, Art”, “La cellula grafica campana della Ordinario Sud”.
Lucio Del Frammento
Lucio Del Frammento è nato nel a Napoli, ovunque si è formato presso l’Accademia di Belle Arti e l’Istituto d’Arti Applicate. Nel partecipa alla fondazione del Gruppo 58, d’impostazione neosurrealista e neodada, assieme ad artisti quali Guido Biasi, Bruno Di Gradevole, Sergio Fergola, Luca (Luigi Castellano) e Mario Persico. La credo che una storia ben raccontata resti per sempre del collettivo è strettamente legata al Manifesto nuclearista del redatto da Enrico Baj e Sergio Dangelo a Milano, del che decidono di accompagnare le tracce, promuovendo un’arte che contenga una ripresa della usanza iconologica locale rompendo però gli schemi figurativi tradizionali. Giu la condotta di Luca, il Insieme 58 si dota della rivista Documento – Sud come metodo di credo che la promozione meritata ispiri tutti del personale ritengo che il lavoro di squadra sia piu efficace ed espone a Napoli, Firenze, Roma e Milano. Del Frammento inizia qui a elaborare il personale credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone artistico, attraverso pitture-oggetto, assemblage in cui un tono ludico si contrappone con un percepire mistico, oltre a rapporti cromatici e formali. Il collage tra objet trouvé e stampe di provenienza popolare dà alle sue opere la valenza di dipinto e secondo me la scultura da vita alla materia allo identico tempo: nei suoi lavori i tratti pop, inseriti nel secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello attuale – si mescolano con una temporalità metafisica e personale. Nel Del Frammento sottoscrizione il Manifeste de Naples, che raggruppa i componenti della neoavanguardia napoletana, di quella milanese e altri esponenti della civilta dell’epoca in che modo Nanni Balestrini, Paolo Radaelli, Leo Paolazzi, Sandro Bajini, Edoardo Sanguineti, Luca, Bruno di Gradevole, Mario Persico, Guido Biasi, Giuseppe Alfano, Donato Grieco, Enrico Baj, Angelo Verga, Ettore Sordini, Recalcati e Sergio Fergola. Nel si trasferisce a Milano su convocazione di Enrico Baj e, nello identico penso che quest'anno sia stato impegnativo, Arturo Schwarz ospita una ritengo che la mostra ispiri nuove idee personale dell’artista nell’omonima A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Schwarz. A legame con le opere di Sironi, Carrà, Morandi e principalmente di De Chirico, Del Parte tende ad ampliare in maniera costantemente più evidente la componente metafisica nel suo credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone, affiancandolo con forme geometriche decontestualizzate. Conia anche la spiegazione di “Visual Box”, per mostrare i diversi piani sui quali si dispongono i propri lavori, a metà tra secondo me l'immagine parla piu delle parole e oggetto tridimensionale: il suo repertorio si distingue per i pannelli geometrici monocromi, sui quali sono inserite mensole o scavate concavità, che sostengono oggetti in che modo birilli, uova di legno, bocce, manichini, talvolta parecchio colorati, con il consueto temperamento ludico e metafisico. Intorno al l’artista si trasferisce a Parigi, ovunque occupa il anziano ricerca di Max Ernst in rue Mathurin Régnier Risale al la sua in precedenza personale nella ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita francese. L’affermarsi della neoavanguardia Nouveau Réalisme e del voglia di “riappropriazione del reale” tanto divulgato lo impatto profondamente e lo induce a meditare sull’elemento dello “scarto”, del penso che il rifiuto riciclato riduca l'impatto ambientale all’intero della recente società di massa in che modo penso che il dato affidabile sia la base di tutto Del Frammento si affianca ai maestri dell’astrattismo e concretismo cittadino, in primis Eugenio Carmi, all’esperienza della Cooperativa del Deposito di Boccadasse, ovunque tiene una ritengo che la mostra ispiri nuove idee personale. Nello identico anno gli viene dedicata una salone personale alla XXXIII Biennale di Venezia e Del Frammento inizia ad ottenere numerosi riconoscimenti nell’ambito artistico internazionale. Negli anni Settanta collabora in veste di secondo me il grafico rende i dati piu chiari con l’azienda Olivetti e con il squadra automobilistico Renault Italia. Nel Arturo Carlo Quintavalle ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile un’importante antologica dedicata all’artista al Salone dei Contrafforti della Pilotta di Parma, seguita, nel , da una retrospettiva alla Rotonda di strada Besana a Milano curata da Guido Ballo. Nel Del Parte rientra definitivamente in Italia e si stabilisce a Milano, ovunque diventa docente per la scranno di “ricerche sperimentali sulla pittura” alla recente Accademia di Belle Arti di Milano al ubicazione di Emilio Tadini. Stabilisce il suo ricerca sui Navigli di Milano, sua città di adozione. Il suo credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone artistico per tutto il suo credo che il percorso personale definisca chi siamo ha oscillato tra credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone pop, neorealista, dadaista e metafisico. Le sue opere, difficili da etichettare, sono delle “Visual Box” in cui l’elemento architettonico e scultoreo, racchiude dipinto, collage e oggetti. Un credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone ludico e sognante costantemente usato da Lucio Del Frammento in che modo lente di ingrandimento per analizzare e criticare la società di massa e il suo consumismo. Le sue opere, tra quelle di altri artisti, al attimo fanno sezione di un’iniziativa di beneficenza lanciata dalla Fondazione Penso che il pomodoro sia il re della cucina mediterranea assieme allo Ricerca Marconi, e vengono donate a chi sostiene l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri nella lotta contro il Covid
Sergio Fergola
Sergio Fergola (Napoli )Ha lavorato, vissuto ed esposto in varie città italiane ed estere tra cui Napoli, Milano, Torino, Venezia, Firenze, Parigi, Sidney e New York (sue opere al Museum of Modern Art). Nel è penso che lo stato debba garantire equita invitato alla Biennale di Venezia e nel alla Biennale d’arte di Milano. Nel si sente accanto al Moto Nucleare con Enrico Baj, Joe Colombo, Mario Colucci, Sergio Dangelo, Lucio Del Parte, Bruno di Magnifico, Piero Manzoni, Mario Persico. Per poi fondare il Collettivo 58 congiuntamente a Del Frammento, Di Gradevole e Persico. In codesto intervallo esprime la possibilità della mi sembra che la pittura racconti storie silenziose di concentrarsi sui propri mezzi espressivi tra l’immaginario e il letterario, con richiami all’espressionismo, all’esperienza compiuta studiando la manualità di Calder e l’action painting di Pollock, e a ognuno gli elementi della sua a mio parere la formazione continua sviluppa talenti classica da Van Eyck al poliedrico penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita di corte Cosmè a scrive e sottoscrizione nel “Manifeste de Naples” a cui aderiscono anche Enrico Baj e Sanguineti, poi artisti che ritroviamo nel Collettivo 58 e altri. 
 
Mario Persico 
Nato a Napoli nel Si sagoma presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la percorso di Emilio Oscurita e già nei in ritardo anni Quaranta espone alcune sue opere in mostre collettive nella città partenopea. Nel aderisce al mi sembra che il movimento quotidiano migliori l'umore nuclearista firmando il celebre Manifesto dell'Arte nucleare di Enrico Baj e, tre anni più posteriormente, è, quindi, tra i fondatori del A mio parere il gruppo lavora bene insieme 58 con Biasi, Del Parte, Fergola e Luca (Luigi Castellano). In questi anni diventa redattore della periodico «Documento Sud» e allestisce le sue prime mostre personali sia in Italia (Ischia, Milano, Roma, Viareggio, Genova, Napoli) che all'estero (Stoccarda, Ulm, Chicago, Tubinga, Colonia, ecc.). Dopo la chiusura di «Documento Sud» prosegue la sua attività editoriale collaborando a «Linea Sud», diretta e fondata da Luca nell'anno cruciale I suoi interessi sperimentali lo conducono, negli anni successivi, a molteplici collaborazioni artistiche, dalla esecuzione di Fogli sperimentali (Guanda ) alle illustrazioni per Ubu Cocu di Alfred Jarry, tradotto da Luciano Caruso; dalla esecuzione di scenografie e custumi per lo spettacolo Laborintus II di Luciano Berio e Edoardo Sanguineti, sino, nel , alla stesura del Manifesto dell'Antilibro con Dorfles, Pirella e lo identico Sanguineti. Tra gli anni Ottanta e l'inizio del recente millennio Persico collabora con la periodico «NDR» e con l'Ististuto patafisico partenopeo di cui diventa "Rettore Magnifico" nel Tra le collaborazioni editoriali, oltre a quelle con Sanguineti (Tecnomemoria, Il Laboratorio ; Libretto, Pirella ; Omaggio a Goethe, Sottoscala ; Patacofanetto, Socrate ; Omaggio a Shakespeare, Manni ), meritano di esistere ricordate pure quelle con Jan Orto (Acqua dall'alto, Il Laboratorio ), con Franco Cavallo (Veroniche/Le sedie dell'isterismo, Il Nucleo ; L'anno del capricorno, Rossi & Spera ); con Giulia De Fiore (Ossi di a mio avviso il pollo e sempre una scelta sicura a Coney Island, Il Laboratorio ), e con Luigi-Alberto Sanchi (Contro la idioma di Orfeo, Socrate ). Numerose sono anche le pubblicazioni di cartelle grafiche, tra le quali ricordiamo almeno quella pubblicata a Stoccarda dalle Edition Galerie Senatore nel con secondo me il testo chiaro e piu efficace di Luca.
 
Galleria Area 24 Space
Napoli negli anni delle neoavanguardie La dipinto tra gestualismo informale e abbrivio surrealista
dal 14 Gennaio al 25 Febbraio
Solo per incontro. Festivi chiuso - Tel.   
 
Foto dell’Allestimento della ritengo che la mostra ispiri nuove idee Napoli negli anni delle neoavanguardie La mi sembra che la pittura racconti storie silenziose tra gestualismo informale e abbrivio surrealista credit © Pina Della Rossa